GUERRA E PANDEMIA: QUANDO L’ANSIA CI ACCOMPAGNA NELLE METAMORFOSI SOCIALI

Questi ultimi anni si sono caratterizzati per l’arrivo di eventi, di portata mondiale, che hanno avuto ripercussioni su molteplici aspetti di vita, quali ad esempio quelli sociali, psicologici ed economici. Il diffondersi del Covid-19, e lo scoppio della guerra in Ucraina, sono eventi che si sono verificati in rapida successione; lasciandoci smarriti ed increduli di fronte a quanto stava succedendo.
Per quanto riguarda il Covid-19, si è passati dall’annuncio di alcuni focolai in Cina ad una rapidissima diffusione su scala globale del Virus che, nel giro di poco tempo, ha modificato moltissime nostre abitudini e ci ha imposto un cambiamento negli stili di vita ed un’attenzione scrupolosa verso la nostra salute. A distanza di due anni, quando si sta uscendo dalla fase pandemia per passare in una fase di convivenza controllata con il Virus, ci ritroviamo a leggere che Putin ha avviato un’operazione militare in Ucraina con l’obiettivo dichiarato di smilitarizzare il paese e proteggere il Donbass (https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/perche-russia-invade-ucraina). Dopo poco questa operazione si trasforma in una guerra che chiama in causa molti altri paesi.
I timori sono molti: dallo scoppio di una guerra mondiale, alle ripercussioni economiche di questo conflitto, all’aiuto umanitario e concreto che si può dare alle vittime di questa guerra. Tutto ciò prosegue parallelamente ai contagi, alle quarantene, alle metamorfosi legislative rispetto all’uso dei dispositivi di protezione individuale, dei vaccini e del Green Pass.

PERCHÉ PARLARE DI ANSIA OGGI
Sarebbe impossibile oggi non essere “colpiti” da tutti questi eventi che collettivamente coinvolgono ognuno di noi e influenzano le nostre vite, seppur in modi differenti.

Secondo il Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2) (2020) l’ansia corrisponderebbe ad una paura in assenza di un pericolo evidente. In questo momento storico avere paura per le diverse evoluzioni politico-sanitarie non sembrerebbe essere un vissuto sproporzionato rispetto alle trasformazioni che stanno avvenendo su scala mondiale. Ciò che diventa un elemento debilitante a livello personale è il fatto che ognuno di noi possa essere colpito da un allarmismo elevato, e vivere una sensazione di “catastrofe imminente” che ci fa sentire la necessità di attivare delle risposte (disfunzionali) per proteggerci da questa sensazione di minaccia alle porte.
Facendo un esempio: una persona può aver sviluppato una così forte paura di essere contagiata dal Covid-19 che vive uno stato di angoscia ogni qual volta si presenta l’ipotesi di dover avere un contatto con altre persone. Questo stato di ansia, che secondo il PDM-2 (ibidem) può comprendere sintomi tra i quali tensione, mani sudate, difficoltà respiratorie o la sensazione di essere sconnessi dal proprio corpo, diventa via via così pervasivo che l’individuo può iniziare a vivere dei sintomi anche in momenti apparentemente sconnessi dalla paura che originariamente ha generato lo stato ansioso.

Ma perché parlare di ansia oggi? Il Covid-19 e la guerra sono due eventi di grande portata e di enorme impatto sociale ed individuale. Essi comportano, ed hanno comportato, dei pericoli reali e non fantasiosi. Un aspetto da considerare è che sono stati macro eventi in rapida evoluzione e che, quindi, possono dare la percezione di aver generato dei cambiamenti improvvisi (ovviamente in negativo) senza che le persone potessero avere su di essi alcun controllo. Basti pensare al periodo di lockdown in cui si era “obbligati” a rimanere nelle proprie case, o ad esempio alle ripercussioni economico-finanziarie che la guerra in Ucraina può generare. Questi eventi possono aver innescato uno stato di agitazione che, se non esternato o non riconosciuto per tempo, può degenerare e portare ad un vissuto ansioso che mette in crisi la quotidianità e l’equilibrio personale.

COSA ACCADE QUANDO SI ATTIVA UNO STATO DI ANSIA?
La persona che vive una situazione di ansia può presentare diversi sintomi tra i quali sono possibili:
sintomi cognitivi: un senso di allarme crescente, la sensazione di essere osservati, un senso di vuoto mentale;
sintomi comportamentali: l’impossibilità di stare soli, di uscire da soli o la necessità di farsi accompagnare da qualcuno durante degli spostamenti fuori casa;
sintomi fisici: sudore, palpitazione, vertigini, nausea, tremori, aumento della frequenza cardiaca, sensazione di essere distaccati dalla realtà (derealizzazione) o dal proprio corpo (depersonalizzazione).
La sensazione di catastrofe imminente può svilupparsi in modo sempre più forte da costringere la persona ad attuare quanto più possibile dei meccanismi di controllo, al fine di evitare tutti quei sintomi che la sensazione angosciosa dell’ansia comporta e, molto spesso, anche per evitare di provare la “paura di avere paura” che l’attacco di ansia può generare.
Chi è pervaso da questo vissuto può essere in preda al rimuginìo (una forma di pensiero verbale e astratto ripetitivo) che, nel tempo, sostiene l’ansia e la peggiora.
Tale forma di pensiero può dare l’illusione di attuare dei meccanismi di controllo su l’ansia e quindi di poterla prevenire.
Questi tentativi di controllo sull’ansia, ovviamente, risultano disfunzionali poiché spesso portano la persona ad isolarsi per evitare ogni stimolo o esperienza potenzialmente dannosa.
Così facendo ci si ritrova sempre più imprigionati nei propri pensieri ripetitivi che divengono intrusivi e incontrollabili (Borkovec, Inz, 1990).

PERCHÉ È IMPORTANTE ASCOLTARE LA NOSTRA ANSIA E CHIEDERE AIUTO
In genere si cerca sempre di scacciare ciò che ci fa soffrire ma, così facendo, è un po’ come se non ci si volesse ascoltare e non si volesse cogliere qualche segnale che il nostro corpo attraverso il sintomo ci invia.
Ovviamente se durante il periodo di avvento del Covid-19, o dell’inizio della guerra, sono comparsi sintomi ansiosi, essi possono essere solo più superficialmente connessi con quanto sta accadendo a livello storico-sanitario. Molto probabilmente questi eventi sono stati una sorta di “miccia” che hanno permesso ad un disagio più profondo di emergere. Possiamo dire, però, che il disagio in questione ha scelto una strada un po’ complessa e “camuffata” per farsi avanti.
Come ci ricordano Benelli, Paolillo e Ventriglia (2022), in un’ottica psicodinamica l’ansia è un segnale di qualcosa che desideriamo fortemente ma il cui raggiungimento entra in conflitto con qualche aspetto di noi stessi che non ci permette di raggiungere ciò di cui abbiamo più intimamente bisogno.
Rivolgersi ad uno psicologo può portare ad un gran beneficio perché è possibile iniziare un lavoro su se stessi che permetta di capire cosa impedisce il raggiungimento di ciò che renderebbe felici.
Lavorando su questo, viene progressivamente meno il bisogno di un’attivazione dei sintomi ansiosi che contrastano la realizzazione dei desideri personali.
Solo ascoltando in modo accurato noi stessi possiamo trovare le risorse che ci permettono di chiedere aiuto e, quindi, di affrontare le problematiche che ci fanno star male.

Riferimenti bibiliografici

Benelli E., Paolillo R.A., Ventriglia S. (2022), Analisi Transazionale per i disturbi ansiosi. Manuale per il trattamento, Franco Angeli, Milano;

Borkovec T.D., Inz J. (1990), The nature of worry in generalized anxiety disorder: a predominance of thought activity. Behaviour Research and Therapy, 28, 153-158;

Lingiardi V., Mc Williams N. (2020) (edited by), Psychodynamic Diagnostic Manual. Second edition PDM-2, The Guilford Press, New York, (trad. it. PDM-2. Manuale diagnostico psicodinamico, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2020);

Sky tg24 (2022), Perché la Russia invade l’Ucraina, tutti i motivi dietro la guerra, consultato il 20 marzo 2022 su https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/perche-russia-invade-ucraina.

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